Enogastronomia Sardegna - Escursioni in Sardegna - Tour Cagliari

Vai ai contenuti

Menu principale:

Enogastronomia Sardegna

OFFERTE > TOUR
 
Enogastronomia Seui
 
 

Nel territorio della Sardegna, tra boschi e valli, nella "Zona dei Centenari", un elisir di lunga vita si è tramandato. Il miracolo è figlio di un popolo caparbio, che vive tuttora in un ricercato isolamento e respira ancora profumi di menta, timo e ginepro, brucati da pecore e capre che danno carni saporite e formaggi da Nobel gastronomico. Un popolo che tramanda l'uso degli ingredienti più poveri come base dei piatti, caratteristici perché nella loro semplice preparazione esaltano solo l'unicità delle materie prime locali: patate, cipolle, spezie, formaggi e carni. Erano e sono piatti che scandivano i ritmi di una società agropastorale. Erano e sono lontani dalle elaborazioni delle moderne scuole di cucina. Qui, l'uomo fa il massimo dello sforzo nel far produrre alla terra i suoi frutti, che, raccolti, lo ripagano da soli, senza ulteriori sforzi culinari, richiamandogli alla mente le sensazioni tipiche di ciascuna delle valli, del versante, della quota in cui sono stati prodotti. Il Cannonau, rosso d'Ogliastra, con i suoi tannini, è oggi considerato un toccasana per la riduzione dei "radicali liberi", ma per i locali, questo toccasana del palato, ha segnato la storia, accompagnando anche casu axedu (confezionato dalle mani dei pastori aggiungendo al latte appena munto il quaglio, cioè i fermenti lattici  all'interno dello stomaco del capretto, quegli stessi fermenti che le aziende farmaceutiche usano come rimedio per i mali di stomaco), civargeddus prenusu (un impasto a base di patate, formaggio salato, cipolla tritata, aglio, pepe, zucchine, erda, riposto su un pezzo di pasta lavorata e schiacciata poi arricciata con le mani ed infornata), pane moddixina, prosciutti di maiale brado, culurgionis (fagottini di pasta spighittata a mano e riempita con patate, formaggio, aglio o cipolla e, immancabile in questa zona, mentuccia di fiume), pane frattau (pane carasau ammorbidito con brodo caldo e condito con sugo di pomodoro, pecorino grattugiato e uova in camicia), minestra di merca (particolare formaggio fresco salato con patate e pasta),  tratalia (interiora di agnellino o capretto legate con un intreccio di intestini), capretto stiddiau (insaporito con lardo di prosciutto gocciolato alla fiamma), maialetto aorrostu, pecora in cappotto (carne di pecora bollita con patate, cipolle, sedano e pomodori secchi), pecorino arrosto, ricotta e lattuga col miele, arranzada (dolce a base di scorze d'arancia, mandorle e miele), pan'e sapa (dolce a base di mosto cotto, noci, pinoli, mandorle, miele, uva passa).  Ma ancora, i pani tipici, tradizionalmente fatti con saporite farine per mantenersi squisiti al passare dei giorni, dentro le bisacce dei pastori impegnati nella transumanza, su modditzosu, is coccois e su pani pintau, su pistoccu, su pani e cibudda (generalmente anche con le cerde). Ma ancora, le paste tipiche:  fregula, maccarrones de busa, malloreddu.  Ma ancora, immancabili sulle tavole nei giorni di festa, i dolci: sebadas, pardulas, amaretti, pabassinas, pirichittos, pani conciu, gueffos, molti altri ancora, spesso vera gara di maestria tra massaie, che con piccole ed abili mani miniaturizzano squisite leccornie arzigogolate.

 
 
Torna ai contenuti | Torna al menu